
Un pacco pieno di belle sorpese ci giunge da Udine! Grazie Francesca per la bella lettera, le cartoline e tutto il materiale!
Francesca racconta un po‘ di storia:
La città di Udine, „storico“ capoluogo del Friuli è una bella città, vivibile ed a misura d’uomo. La città si colloca proprio al centro della pianura friulana orientale, naturale crocevia tra le estremità di questa zona di confine e quindi centro abitato di antichissime origini. Sebbene l’origine della città non sia ben certa, pare assodato che durante l’età del ferro prima e durante l’epoca romana poi, dove oggi sorge la città di Udine vi fosse un nucleo abitativo, come testimoniano alcuni reperti storici. La prima fonte attendibile è datata però appena 983: trattasi di un diploma imperiale dell’allora imperatore Ottone II in cui si trova citato il già esistente castello sul quale veniva confermato il predominio della Chiesa, rappresentata dal patriarca di Aquileia. E‘ in questo periodo inoltre che comincia la parabola ascendente della cittadina che, in virtù della sua posizione strategica, viene cinta da fortificazioni difensive. Il castello originario sorgeva dove si trova quello attuale e dalla sua posizione elevata, seppur di modesta entità, dominava il terreno circostante, uniforme e pianeggiante.
Nel 1238 il patriarca Bertoldo de Andechs trasferisce a Udine, che da una decina d’anni è sede di un mercato stabile, la sede della Chiesa di Aquileia, conferendo quindi alla città lo status di capitale religiosa e amministrativa del patriarcato, allora molto potente.
E‘ un periodo di sviluppo e benessere per la città che aumenta considerevolmente il numero di abitanti, tanto da necessitare di una nuova cerchia di mura che ne consentano l’inevitabile espansione. Il nuovo assetto urbanistico comprese quindi il nuovo borgo mercantile e, in seguito, i borghi rurali che, lentamente ma inesorabilmente, si andavano formando appena fuori dalle mura.
Dopo appena un secolo la città assume quindi un volto nuovo in cui le maggiori funzioni avevano sede attorno alla piazza centrale, punto di raccordo tra il mercato, anima economica del nucleo urbano, e la chiesa, anima religiosa. A poco a poco Udine si arricchisce di monasteri e chiese meravigliose, anche grazie al clima di pace.
Con la cessione del Friuli alla Repubblica di Venezia termina il miglior periodo della città di Udine: l’amministrazione veneta, infatti, non ha alcun interesse ad investire per lo sviluppo di Udine e della sua provincia, troppo decentrata per poter rivestire un ruolo primario nelle politiche di sviluppo della Serenissima. In quest’ottica il territorio udinese diviene soltanto un’utile zona cuscinetto tra i territori della Repubblica e i turchi provenienti dall’impero ottomano. Non vi è da stupirsi quindi che la città fu vittima di un costante impoverimento; nonostante ciò, il dominio veneziano assicurò un lungo periodo di pace alla città ed impose alla borghesia udinese il buon gusto veneto.
Il periodo di stasi della città ebbe fine nel 1866 con la cessione, con il trattato di Cormons, del Friuli occidentale all’Austria. A dire il vero, la città aveva beneficiato, già alcuni anni prima, della messa in esercizio della linea ferroviaria Venezia-Udine-Trieste ma, con l’attivazione della linea che collegava i territori italiani alla capitale asburgica, Udine riconquistò appieno il suo ruolo di importante nodo di congiunzione.
Si trattò di una nuova rinascita della città, che arricchì in breve tempo il suo assetto urbanistico con edifici di nuova costruzione, in stile liberty, neogotico ed eclettico.
La città fu saccheggiata e distrutta una prima volta dopo la disfatta di Caporetto nel primo conflitto mondiale dalle truppe austro-ungariche. La ripresa fu particolarmente rapida ma, durante il secondo conflitto, la città risentì dei bombardamenti e la ricostruzione vide la demolizione di notevoli edifici storici.
Il terremoto del 1976 ha provocato seri danni alla città, primi fra tutti quelli relativi al castello cinquecentesco, gravemente lesionato. Il terremoto, sicuramente una pietra miliare della storia più recente, causò la morte di circa un migliaio di persone e danneggiò molti paesi nel territorio della provincia di Udine, alcuni dei quali furono completamente rasi al suolo. Solo grazie allo spirito di sacrificio, alla grande forze di volontà e all’esemplare abnegazione del popolo friulano la ricostruzione ebbe del sorprendente e ancora oggi viene portata ad esempio in tutto il mondo. –
Cosa ne pensate voi, non é splendido il campanile ottagonale del duomo di Udine?
L‘angelo di S. Maria dell’Angelo é il protettore e il segnatempo di Udine: „vede tutto e sente tutto!“
Nel centro della cittá questa oasi di silenzio: la Basilicata della Beata Vergine delle Grazie.
Ein Paket voller Überraschungen kommt aus Udine! Danke Francesca für den lieben Brief, die Karten und das Material!
Ich schaffe es zeitlich derzeit leider nicht, die vielen Beschreibungen und Hinweise auf die Geschichte von Francesca hier ins Deutsche zu übersetzen.
Ist er nicht fabelhaft, der achteckige Turm des Doms von Udine?
Der Engel von St. Maria ist der Beschützer und Wetteranzeiger von Udine, er „sieht und hört alles!“
Eine Oase der Stille mitten in der Stad ist die Basilicata della Beata Vergine delle Grazie.
Könnt ihr euch noch an das große Erdbeben in Friaul von 1976 erinnern? Man hat es bis zu uns in Südtirol gespürt. Ich (damals 2 Jahre alt) wurde gerade gebadet, als meine Großmutter vom unteren Stock voller Panik zu uns herauf gerannt kam und schrie: „Schnell, alle heraus, ein Erdbeben!“ (Natürlich kann ich mich nicht selbst daran erinnern, aber meine Mutter hat es uns oft erzählt). In der Gegend von Udine kamen Tausende von Menschen ums Leben und unzählige Dörfer und Häuser wurden zerstört.

A Sandro piace guardare le cartoline. Grazie alle spiegazioni scritte sul retro tutto diventa piú chiaro.
Sandro hat sich wieder über viele Postkarten gefreut. Dank den Notizen, die Francesca geschrieben hat, wird alles viel verständlicher.

A Cividale si parla una lingua simile allo sloveno. Questo luogo é pieno di ricordi d’infanzia per Francesca. Il fiume Matisone che passa qui é uno dei fiumi piú incontaminati.
Sicuramente stupendo da visitare il Tempietto Longobardo a Cividale: Francesca racconta che lei e suo marito, da giovani innamorati, hanno visitato il Tempietto e il custode „ha subito capito tutto“, suggerendo loro che „qui si possono celebrare anche matrimoni… se volete…?“ 😉
L’altra cartolina mostra un „fogolar„, un tipico grande camino aperto. E vediamo il „Picolit„, una gemma viticola ed enologica tipica del Friuli.
Secondo la tradizione, la città Cividale fu fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e chiamata Forum Julii (foro di Giulio). Testimonianze venetiche e celtiche rivelano però una preesistenza insediativa. Occupata nel 568 dai Longobardi, guidati dal re Alboino, Cividale divenne la capitale del primo ducato longobardo.
Nell’VIII secolo, durante la dominazione dei Franchi, la città mutò il suo antico nome di Forum Julii in quello di Civitas Austriae. Il termine Civitas si tradurrà in seguito nell’attuale Cividale. Con la nascita dello Stato patriarcale friulano (1077), quest’ultima divenne la sede temporale del patriarcato. Nel 1420 fu soggetta al dominio della Repubblica veneta.
Numerose testimonianze artistiche confermano l’importanza storica della città: l’Ipogeo celtico, ambiente ricco di fascino e mistero; l’Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto longobardo) straordinario compendio di architettura e scultura altomedioevale; il Duomo (XV-XVI secolo), con all’interno la Pala d’argento di Pellegrino II, capolavoro dell’oreficeria medioevale italiana e due tele di Palma il Giovane; il Palazzo comunale (XIV-XV secolo); il Palazzo dei Provveditori Veneti (XVI secolo), il cui progetto è attribuito ad Andrea Palladio.
Inoltre si possono visitare il Museo Archeologico Nazionaleche conserva, in particolar modo, reperti archeologici di età longobarda ed importanti codici medioevali; il Museo cristiano che ospita il Battistero di Callisto (VIII secolo) e l’Ara di Ratchis (VIII secolo). Infine bisogna ricordare il ponte del Diavolo con la suggestiva vista sul fiume Natisone, che la leggenda vuole costruito dal Diavolo in cambio dell’anima del primo passante.
La città inoltre è ricca di manifestazioni: la Messa dello Spadone (6 gennaio), particolare rito religioso a cui segue la rievocazione storica dell’ingresso in città del patriarca Marquardo Von Randeck (1366); Mittelfest (luglio), importante appuntamento di spettacolo dell’area centroeuropea; Palio di San Donato (agosto), rievocazione storica.
L’antica Forum Julii, è unanimemente riconosciuta come capitale storica e culturale del Friuli.
In Cividale spricht man eine Sprache, die dem Slowenischen sehr ähnelt. Dieser Ort ist voller Kindheitserinnerungen für Francesca. Der Fluss Matisone hier ist einer der am wenigsten verschmutzten. Cividale wurde um 53 v. Chr. von Julius Cäsar gegründet.
Bestimmt wunderbar zum Besichtigen: der Tempietto Longobardo in Cividale. Francesca erzählt, sie und ihr Ehemann hätten diesen Ort als junges Liebespaar besucht, und der Wärter habe „sofort alles verstanden“ und ihnen nahegelegt, dass hier „auch Hochzeiten gefeiert werden können… wenn ihr wollt…?“ 😉
Die andere Karte zeigt einen „fogolar„, den typischen großen offenen Kamin. Und wir sehen „Picolit„, die für den Friaul typische Weinrebe.

„Una piccola curiositá: la leggenda racconta che la collina di Udine su cui sorge il castello fu fatta costruire da Attila per poter meglio godere dei bagliori notturni di Aquileia in fiamme. Da bambina pensavo fosse vero!“
„Eine Besonderheit: laut Legende ließ Attila den Hügel von Udine, wo das Schloss steht, erbauen, um besser die nächtlichen Flammen der brennenden Stadt Aquileia genießen zu können. Als Kind dachte ich, es wäre wirklich so gewesen!“

Non lontano da Cividale c’è Faedis, paesino dove Francesca e la sua famiglia andranno a vivere fra poco!
„Ai piedi delle Prealpi Giulie, in una delle valli più fertili e pittoresche del Friuli, cinta di verde e di pace, sorge Faedis.
Dallo sfondo prealpino, due brevi catene di monti, rivestiti di castagni, si diramano declinando verso il piano, ove cedono subito il posto a due ali di ridenti colli, che ondulati e morbidi si distendono giù, oltre il paese: sembrano due braccia materne protese nell’amplesso di tutta la vallata“. Così scriveva Don Piccini nel 1934 nell’introduzione del libro sulla storia della parrocchia. Da quell’epoca ad oggi le cose sono cambiate ben poco: il paesaggio si è ammodernato, ci sono più case, strade, linee elettriche ecc.., ma le sensazioni e l’atmosfera che si respirano sono rimaste uguali.
Il comune di Faedis offre la possibilità di rilassarsi in un ambiente immerso nel verde lontano dallo stress che è diventato fedele compagno della vita moderna.
Accanto a questo c’è da aggiungere il notevole patrimonio artistico, tra cui spiccano i castelli e le numerose chiesette votive che caratterizzano il paesaggio, le diverse manifestazioni organizzate soprattutto nei mesi estivi e infine, per gli amanti, il caro buon vecchio bicchiere di vino che si può sorseggiare nelle cantine e nei locali e bar dei paesi.
Gli itinerari che possiamo suggerire sono per lo più lunghe passeggiate attraverso i vari boschi delle colline e delle montagne della zona, la cui durata è di una decina di ore al massimo.
In der Nähe von Cividale liegt Faedis, ein kleines Dorf in das Francesca und ihre Familie demnächst ziehen werden, sie sind gerade dabei das gekaufte Haus bewohnbar zu machen. Auch dazu hat sie uns einige interessante geschichtliche und geografische Daten geschrieben.


Abbiamo ricevuto anche mappe, una guida della cittá di Udine e dei depliánt (in tedesco!).
Wir erhielten auch Stadtkarten, ein kleinen Stadtführer für Udine und verschiedene Broschüren (in Deutsch!).

Francesca ci ha anche inviato diverse tipiche ricette friulane. Ecco la ricetta del Frico:
250 grammi di patate
50 grammi di cipolle
30 grammi di burro
260 grammi di formaggio montasio suddiviso in 130 di formaggio fresco ed altrettanti di stagionato. In assenza si può usare anche solo del montasio mezzano.
Tagliate il formaggio a pezzetti piccoli. Pelate e lessate al 50% le patate, poi tagliatele a fettine sottili (in alternativa si possono anche tagliare a fettine e mettere in microonde per una decina di minuti). In una padella sciogliete il burro e fate ‚morire‘ la cipolla affettata. Unite quindi le patate e ultimate la cottura aggiustando di sale e pepe. A questo punto aggiungete nella padella anche il formaggio. Lasciate cuocere per alcuni minuti, fino a quando sul fondo il formaggio non avrà formato una sottile crosticina, quindi girate il frico eventualmente con l’aiuto di un piatto e lasciate formare la crosticina anche dall’altro lato. Probabilmente sciogliendosi il formaggio produrrà parecchio olio che potete eliminare a più riprese. Servite il frico ben caldo.
E i Cialzons Agnolotti della Carnia:
300 gr di farina, 4 uova, 300 gr di spinaci lessati, un trito di prezzemolo, 40 gr di uvetta, 40 gr di cioccolato amaro, 40 r di cedro candito tritato finemente, 2 cucchiai di pane di segala sbriciolato, 150 gr di ricotta affumicata, 50 gr di burro, 30 gr di parmigiano grattugiato, un pizzico di zucchero, sale quanto basta.
Preparazione: Impastate su una spianatoia la farina con 3 uova, un pizzico di sale e un poco di acqua, sino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, quindi stendetelo con un mattarello in una sfoglia e ricavatene delle strisce di 6 cm circa.
Preparate il ripieno mescolando in una terrina gli spinaci ben strizzati, il prezzemolo, l\’uvetta già ammollata in acqua e ben strizzata, il cioccolato gruttugiato, il cedro, il pane di segala, l’uovo ed un poco di sale.
Ponete dei cucchiaini di ripieno sulla pasta distanziandoli fra loro, realizzate dei dischi di pasta intorno al ripieno, quindi ripiegate la pasta su se stessa e formate gli agnolotti.
Fateli quindi lessare in abbondante acqua poco salata, scolateli e conditeli con del burro fuso caldo, la ricotta, il parmigiano grattugiati e un pizzico di zucchero.
Grazie Francesca anche per la ricetta della Gubana, un dolce tipico delle valli del Natisone e del cividalese. Ho appena mangiato ma rileggendo mi viene di nuovo fame, eh-eh! 😉
Wir haben mehrere Rezepte für typische friulianische Gerichte erhalten, danke Francesca! Da bekommt man doch gleich wieder Hunger! 😉

Grazie Francesca per aver partecipato a „Italia 150 Solo Cose Belle“! Noi, grazie ai tuoi racconti e al materiale speditoci, siamo prontissimi per visitare Udine e Cividale! 🙂
Danke Francesca fürs Mitmachen! Wir sind dank deinen Erzählungen und dem Material auf jeden Fall nun gut ausgerüstet für einen Besuch in Udine und Cividale. 🙂

Da mesi ora é la prima volta che non abbiamo posta di „Italia 150“ in attesa di essere letta. Spero che ci raggiungino tutte le cartoline che avete spedito, mi dispiacerebbe tanto se qualcuna fosse andata persa durante il viaggio. Stessa cosa vale per le cartoline che vi abbiamo spedito voi: spero che siano tutte arrivate a destinazione! (Se qualcuno ancora non l’ha ricevuta, fatemi sapere!)
Grazie ancora a tutti quelli che partecipano a questa iniziativa. 🙂
Zum ersten Mal seit Monaten wartet jetzt kein Briefumschlag zu „Italia 150“ darauf, von uns geöffnet zu werden. Hoffentlich erreicht uns eure gesamte Post, es wäre schade wenn die eine oder andere Karte unterwegs verloren ginge. Dasselbe gilt auch für die Karten, die wir euch geschickt haben, ich hoffe sie haben alle ihr Ziel erreicht! Danke nochmals für das Mitmachen an unserem Jahresprojekt! 🙂