Coordinate System, again

6. Oktober 2010

Ich bin immer wieder erstaunt, an wieviele gelernte Details sich Kinder noch nach längerer Zeit erinnern können.
Und manchmal auch darüber, dass sie Dinge einfach wieder vergessen haben. So wie beim Koordinatensystem. Sandro konnte sich kaum mehr erinnern, wie die Sache funktioniert: zuerst die X- oder die Y-Achse? Obwohl es ähnlich wie sein geliebtes Schachspiel funktioniert, oder wie das Schiffchen versenken. Da hilft ein
Spiel, das Gelernte aufzuwärmen…

Capita spesso che mi meraviglio di quanti dettagli un bambino possa ricordare  ancora molto tempo dopo la lezione.
Oppure mi meraviglio quanto possa aver dimenticato. Cosí é stato per il sistema delle coordinate, Sandro non si é piú ricordato come funziona, nonostante la cosa non é tanto diversa dal gioco degli scacchi (che lui adora) o dal gioco della battaglia navale . Cosí abbiamo tirato fuori il gioco delle formiche per ripetere: Le formiche Anna, Per, Anton e Silvio vivono diverse avventure in cui incontranto ostacoli le cui forme bisogna indovinare grazie alle coordinate, oppure trovano cibo, sempre indicato con le coordinate, ecc.

… und schon sind wir wieder mitten drin, jetzt kann es weitergehen mit schwierigeren Übungen!

Ha funzionato subito, e rieccoci al lavoro, ora possiamo affrontare gli esercizi piú difficili.

Vor einigen Tagen traf ich im Zug eine Bekannte, die Mathematik an der Mittelschule unterrichtet. Sie ist eine begeisterte Montessori-Freundin und hat auch spezifische Zusatzausbildungen gemacht. Leider, so erzählte sie bedauernd, könne sie nur sehr wenig mit Montessorimaterialien arbeiten: nicht nur, weil die Schule es sich nicht leisten kann, das Material zu kaufen, sondern vor allem deshalb, weil die 12- und 13jährigen sich sträuben, mit Holzperlen und Stäbchen zu arbeiten. Sie schämen sich, ihnen kommt das kindisch vor und lieber finden sie sich damit ab, etwas eben einfach nicht begreifen zu können. Ist das nicht traurig? Sie meinte, es wäre doch alles viel einfacher, wenn die Kinder bereits in ihren ersten Schuljahren mit didaktischem Material solcher Art konfrontiert werden: Dinge, die man zählen, teilen, angreifen und somit begreifen kann, Lernspiele mit Selbstkontrolle, von denen man später wie von selbst die abstrakter geformten mathematischen Grundsätze und Regeln ableiten könne…
Vermutlich gehört auch das Ameisen-Koordinaten-Spiel zu den Lernspielen, die von den meisten Jugendlichen als „kindisch“ abgetan würden. Dass Lehrpersonen mit der Mentalität „Spaß haben beim Lernen“ Probleme haben können, könnte ich noch verstehen – es hängt ja auch von der Generation ab, von der Art und Weise wie man selbst gelernt hat, von den persönlichen Erfahrungen usw. Dass aber schon 12jährige Lernen und Verstehen durch Spielen, auch durch Spaß, nicht mehr als „Lernen“ akzeptieren wollen und Lernen gleichsetzen mit „Auswendiglernen von Dingen, die man sowieso nicht verstehen kann“, finde ich irgendwie schrecklich. Ich bin sicher, dass es nicht für alle Kinder gilt, aber es ist wohl schwierig sich mit Dingen zu befassen und zu begeistern, die für jene, die in der Schulbank hinter dir sitzen, als kindisch und nicht trendy angesehen werden.  Wie kompliziert.

Giorni fa ho incontrato una conoscente che insegna matematica alla scuola media. È un’insegnante da sempre affascinata dal metodo montessoriano e ha fatto anche delle formazioni specifiche. Mi raccontava con un po‘ di rassegnazione che non riesce a fare quasi nulla di „montessoriano“: non solo perché alla scuola mancano i soldi per comprare il materiale didattico, ma soprattutto perché i ragazzi di 12 e 13 anni „si vergognano a fare matematica con perle di legno colorate“ e piúttosto accettano di non capire le cose, mentre proprio le perle di legno ed altri materiali aiuterebbero parecchio a capire, a vedere la bellezza e l’ordine che sta nella matematica, a rendersi conto che non si tratta solo di regole astratte da imparare a memoria ma di cose vere, che si possono toccare, contare, osservare. Diceva che sarebbe tutto molto piú facile se giá nei primi anni di scuola i bambini venissero a contatto con materiali di questo tipo, perché conoscere la matematica in questo modo aiuterebbe molto per arrivare a certe conclusioni logiche da sé piú avanti, senza bisogno di imparare a memoria regole e norme che non si capiscono veramente.
Scommetto che anche il nostro gioco delle formiche farebbe parte delle proposte che per la maggiorparte di una classe di scuola media sarebbero „ridicole“ e „infantili“, insomma da „scuola materna“ e „da asilo“.  Io riesco ancora a capire che molti insegnanti possano avere dei problemi ad avvicinarsi al modo di pensare „giocare é studiare“, a cambiare mentalitá, molto dipende dall’esperienza personale, dal modo in cui loro stessi hanno studiato ecc. Ma che i ragazzi stessi facciano fatica a comprendere che si possa apprendere con gioia e anche divertimento,  che preferiscano addiritura a continuare a non capire veramente quello che studiano, mi dá veramente il senso di tristezza. Visto da questa prospettiva riesco anche a capire quegli insegnanti che non propongono certe attivitá perché sanno che una parte dei ragazzi non le accetterebbe, anche se per un’altra parte della classe porterebbe sicuramente benefici. Che complicato.