
> about „Yes On Sunday“
Ja zum Guten und Schönen.
Das Gute und das Schöne, das sind zwei wunderbare Zauberworte, die uns auch in schwierigen Zeiten das Licht zeigen, die Richtung, in die wir unseren Blick wenden können. Aber was ist es, das Gute, das Schöne?
Für eine Amsel ist ein Regenwurm etwas Gutes. Der Regenwurm sieht das freilich anders.
Jede und jeder kann für sich selbst definieren, welche Lebensweise für sie, für ihn „das Gute und Schöne“ darstellt, an was man sich halten möchte: das gibt auch einen gewissen Halt im Alltag, den wir Menschen brauchen, gibt uns das Gefühl, „richtig“ zu leben, zu entscheiden, zu handeln.
Schwieriger wird es, wenn es nicht nur um persönliche Entscheidungen geht, sondern um Dinge, die große Gruppen von Menschen, z. B. die Bevölkerung eines ganzen Landes, betreffen. Da kann man sich auch nicht einfach ausklinken, finde ich, weil solche Entscheidungen auch immer irgendwo mit jenen des persönlichen Lebens zusammenhängen.
Eine Volksabstimmung, wie wir sie in Italien am 12. Juni zur Abschaffung der Atomkraft und zur Abschaffung der Privatisierung des Wassers erleben, gibt der Bevölkerung Italiens die Chance, dieses „Gut und Schön“ zu definieren. Hier fließt die Vorstellungskraft vom „guten und schönen Leben“ vieler einzelner Personen in eine große gemeinsame Entscheidung.
Das Beste an einer Volksabstimmung ist für mich übrigens nicht einmal das Ergebnis: das halte ich eher für eine erwünschte Nebenwirkung. Es geht viel mehr um das, was vorher passiert: Wenn Menschen sich mit Fragen konfrontiert sehen und wissen, dass ihre Meinung wirklich zählt, dann vertiefen sie das Thema eher, dann kommen Argumente und Gegenargumente zum Tragen, dann überlegt man sich vielleicht genauer, was in diesem Fall „das Gute“ ist, spürt man Mitverantwortung.
Auch in meinem Umfeld tut sich Einiges. Immer mehr Newsletters von verschiedenen Vereinen und Umweltgruppen informieren über das Thema. Vermutlich am 27. Mai findet in meinem Dorf ein Info-Abend statt, und so wird es wohl auch in vielen anderen Orten sein. Ich selbst habe mir zur Unterstützung der Volksabstimmung Folgendes angewöhnt: Wenn ich unterwegs Bekannte treffe, und die übliche Frage fällt „Wie geht es dir?“, dann antworte ich jetzt immer: „Oh, mir geht es gut, danke, ich mache mir bloß Sorgen um den 12. Juni.“ und schon sind wir mitten im Gespräch…
Viel Schönes und Gutes wünsche ich euch allen, bis bald,
Sybille
Sì al Bello e al Buono.
Sono due meravigliose parole magiche che in tempi difficili ci mostrano la luce, la direzione nella quale possiamo rivolgere la nostra attenzione, il nostro sguardo.
Ma quali sono le cose belle e buone?
Per un merlo un bruco é qualcosa di buono. Il bruco vede questa cosa in modo diverso.
Ognuno trova, nel corso della vita, la sua personale definizione di „vita bella e buona“. Questo ci dá anche un certo supporto del quale abbiamo bisogno, ci aiuta a confrontarci con noi stessi, a capire se stiamo vivendo nel modo „giusto“, se stiamo facendo „le cose giuste“.
Definire il „Bello e Buono“ diventa più difficile se non si tratta solo di scelte personali, ma di cose che riguardano grandi gruppi di persone, come ad esempio la popolazione di un intero paese. Comunque credo che non si possa fare troppa differenza fra i due tipi di decisioni e definizioni, perché alla fine la nostra „vita privata“ é sempre anche collegata con le possibilitá che per esempio un determinato territorio, la societá, l’ambiente ecc. offrono da diversi punti di vista.
Un referendum abrogativo come quello del 12 giugno di quest’anno ci offre la possibilitá di (ri)definire il „Bello e Buono“. In quel momento la definizione personale della „cosa giusta“ sui concreti temi di molte persone definirá la direzione in cui andare per l’intero paese.
La cosa migliore di un referendum secondo me comunque non é il risultato che io vedo piú come effetto collaterale desiderato: ma tutto quello che succede prima del voto. Le persone, al momento che si vedono confrontati con un quesito e sono consapevoli del fatto che loro contano, che la loro opinione conta, si comportano in modo molto piú responsabile, riflettono di piú, si informano, discutono, per arrivare infine alla risposta „migliore“.
Anche qui, intorno a me, le cose si stanno muovendo. Da diverse associazioni e gruppi arrivano sempre piú newsletters che informano con i loro argomenti. Probabilmente il 27 maggio nel mio paese avrá luogo una serata informativa, cosí sará in altri paesi e cittá. Per sostenere il referendum (soprattutto per dare un contributo al raggiungimento del quorum di partecipazione) ultimamente mi sono abituata a fare cosí: quando incontro qualcuno che mi rivolge la tipica domanda „E tu, come stai?“, rispondo: „Bene, grazie, sono un po‘ preoccupata per il referendum del 12 giugno; speriamo…“ ed ecco che giá stiamo parlando, discutendo.
Per adesso, vi auguro tante cose belle e buone… pensieri, incontri, sogni. A presto,
Sybille
